I due mezzi a nostra disposizione.
_ La canoa da slalom
Le canadesi da slalom sono mediamente più basse e larghe dei K1slalom, la loro caratteristica principale è la grande propensione alla rotazione, una peculiarità che, in rapporto alle canoe da discesa ed alle canoe da velocità, influenza la pagaiata tanto quanto la loro scarsa lunghezza e la forte tendenza al beccheggio.
_ La pagaia
Nella canadese la pagaia è formata da tre parti: pala, manico, oliva.
Le dimensioni delle pagaie sono importanti principalmente per due fattori: lunghezza totale e grandezza della pala.
La combinazione tra i vari parametri verrà pesantemente influenzata dalle diverse esigenze che ogni atleta riterrà di dover privilegiare, ma qui parlerò esclusivamente della pagaiata in avanti e ragionerò solo in tale prospettiva.
Partiamo da un dato di fatto: la pagaia è una leva.
Noi agiamo su questa leva con le braccia e per analizzare meglio le condizioni cui esse sono sottoposte immaginiamo due schemi diversi.
Nel primo caso, per analizzare le forze agenti sul braccio basso, "eliminiamo" il braccio alto ponendolo come fulcro.
Pala = forza resistente
Mano bassa = forza motrice
Mano alta = fulcro
Nel secondo caso faremo lo stesso col braccio basso:
Pala = forza resistente
Mano bassa = fulcro
Mano alta = forza motrice

Nel primo caso abbiamo a che fare con una leva del terzo genere e quindi sempre svantaggiosa, ma con la caratteristica che noi possiamo aumentare o diminuire il braccio motore rispettivamente avvicinando o allontanando la mano di tiro dalla pala.
Nel secondo caso abbiamo una leva del primo genere che può essere una leva vantaggiosa se la mano di trazione, in questo caso il fulcro, è posizionata più vicino alla pala che alla mano alta. Va sottolineato che il centro di spinta della pala è più o meno corrispondente al suo centro solo se la pala è completamente immersa in acqua e che la distanza di questo centro dalla mano di trazione è spesso molto simile a quella esistente tra le due mani.
Quindi, se la pagaia ha una misura totale sufficiente e se il canoista la impugna in modo che la distanza tra le due mani sia superiore a quella tra la mano di tiro ed il centro pala, avremo una leva di primo grado e vantaggiosa che ci converrà sfruttare con un adeguato movimento di distensione e spinta del braccio superiore tenendo conto del fatto che per pochi kg di spinta in più sulla mano alta, ne avremo parecchi di più sulla mano bassa.
Per questo motivo il movimento di distensione del braccio di spinta viene effettuato nella prima parte della passata, quando il disteso braccio basso può sopportare il massimo
carico di trazione.
Bisogna notare che la posizione della mano di trazione sul manico è una variabile importante: a parità di forza resistente, più la mano è posizionata vicino alla pala e meno kg deve sopportare.
Viceversa, più la mano sarà distante dalla pala e più kg dovrà sopportare.

A parità di forza R sulla pala, M4 è la forza motrice maggiore che dovremo applicare a causa del braccio di leva più sfavorevole tra i cinque casi in figura.
Va da sé che per pagaiate con carichi importanti sarà conveniente tenere la mano più vicina alla pala, mentre per pagaiate di velocità o mantenimento (quindi con meno kg) sarà più efficace distanziare la mano dalla pala.
Altra nota: minore la lunghezza totale della pagaia, minori saranno i bracci di leva e minore lo spazio utile a disposizione per spostare la mano di tiro.
Gli atleti che privilegiano pagaie molto corte non possono sviluppare la pagaiata più potente ma possono avere una più alta frequenza di colpi e quindi velocità di mantenimento uguali o maggiori.

M2 > M1 perché la proporzione tra il braccio resistente ed il braccio motore è più sfavorevole nel secondo caso.
Spostando la mano lungo il manico posso ottenere maggior potenza o maggior velocità, esattamente come fa un cambio per le marce dell'auto, della bici, etc
Diventa a questo punto ovvio concludere che spostando opportunamente la mano lungo il manico ci si può mettere nelle condizioni migliori più frequentemente di chi non lo fa mai.
(Specie nelle manovre, argomento che tratterò in altra sede)
Alcuni princìpi importanti
_ La canoa si muove sull'acqua e quindi, parlando qui di avanzamento rettilineo, tutte le forze che applichiamo per farla avanzare devono essere il più possibile prive di componenti verticali.
_ Tenendo presente che l'avanzamento prevede che la direzione sia data dalla retta passante per Punta e Coda, ogni pagaiata sarà tanto più efficace quanto riusciremo a svilupparla vicina all'asse longitudinale della canoa. Ovviamente ci sono parametri fisici e geometrici che determineranno dei limiti di avvicinamento all'asse longitudinale, ma il principio resta valido.
_ Ogni catena cinetica è forte tanto quanto il suo anello più debole.
Partiamo dall'ultimo punto.
In ogni catena cinetica il massimo numero di kg esprimibile è dato dall'anello più debole della catena.
Banalissimo esempio: se faccio le trazioni alla sbarra e le mie dita non sono in grado di reggere neanche il mio peso corporeo, non ne faccio nemmeno una.
Nella fase di trazione della pagaiata sono interessate, tra le altre, le articolazioni del polso, del gomito e della spalla.
I principali muscoli che le comandano durante questa fase stanno, rispettivamente, nell'avambraccio, nel braccio, nel busto.
Ognuno dei gruppi muscolari facenti parte della catena cinetica che governa il braccio di trazione può sviluppare una forza che è massima quando la forza cui deve resistere è allineata con le fibre muscolari e le ossa da cui è composto.
Il braccio teso lungo la direttrice della forza può sviluppare molti più kg dello stesso braccio non teso.
La disposizione delle spalle, braccia, avambracci e mano deve seguire le linee sulle quali si sviluppano le forze. Possiamo individuare una serie di punti che rappresenti schematicamente le articolazioni spalla, gomito, polso e il punto sul manico della pagaia sul quale viene esercitata la forza e possiamo tracciare una serie di segmenti raffiguranti le ossa che li uniscono.

Se eseguiamo una pagaiata corretta, nella fase finale dell'inserimento e nella primissima fase della trazione, i punti sono pressoché allineati.
La linea si spezzerà in corrispondenza del gomito verso metà, o più, passata perchè la rotazione delle spalle e l'avanzamento del bacino hanno terminato la loro forte spinta ed ora tocca al gruppo dei gran dorsali continuare la passata trainando il braccio e consentendo al gomito di piegarsi perchè la linea di trasmissione della forza alla pala sia più parallela alla superficie dell'acqua. Il punto polso resta sempre e comunque allineato col punto manico e il punto gomito.

Nella pagaiata non c'è un vero e potente utilizzo dei muscoli del braccio o dell'avambraccio (fatta eccezione per i flessori delle dita); è una pura e semplice trasmissione della forza che nella fase iniziale va dal punto spalla al punto manico e che nella parte finale va dal punto gomito al punto manico.
Un errore frequentissimo è cercare di pagaiare di braccia.
Chi utilizza questo sistema è facilmente individuabile perché non ha quasi mai i punti manico-polso-gomito allineati.

Chi pagaia così tende ad usare i bicipiti piegando il braccio e sottoponendo il polso a tensioni inutili (alla lunga quasi sempre dannose) che indeboliscono tutta la catena cinetica perché il nostro corpo, per salvaguardare gli anelli deboli della catena, ci impedirà di applicare tutta la forza dei maggiori gruppi muscolari.
A sostegno della tesi che il braccio disteso possa sopportare carichi ben più elevati del braccio flesso, voglio elencare alcuni sport nei quali ciò è evidente: salto con l'asta, tiro alla fune, parallele asimmetriche, sbarra, anelli, sollevamento pesi, etc, etc
Se vogliamo applicare alla pagaia tutti i kg che siamo in grado di sviluppare con la schiena, basta semplicemente lasciare il braccio disteso.
Alla luce di quanto fin qui detto, esaminiamo la pagaiata in canadese.
La pagaiata inizia con la classica fase di attacco (o di presa) che preferisco chiamare inserimento: è una fase fondamentale e spesso sottovalutata.
Partiamo dalla parte finale della fase aerea: la mano bassa sta completando il suo avanzamento chiudendo quella specie di "D" coricata e molto schiacciata che percorre nel suo ciclo, quindi sta cominciando a scendere verso il basso per toccare il punto di maggior avanzamento e distensione del suo braccio. La mano di spinta è alla fine del suo arretramento e si sta alzando e spostando verso il lato di pagaia per eseguire l'ingresso in acqua della pala.
L'obiettivo è il veloce, completo e pulito inserimento della pala in acqua.
Ci sono canoisti che preferiscono inserire la pala dall'alto verso il basso anticipando la verticalizzazione (intesa come tendenza) della pagaia già fuori da