Poca acqua, molte decine di metri da percorrere in acqua praticamente piatta, tutta colpa di quello che fino ad oggi è l'anno più siccitoso a memoria d'uomo, ma tant'è.
Quindi, poche difficoltà tecniche dovute all'acqua e molte difficoltà legate all'abitudine o alla capacità di fare correre la canoa in queste condizioni, sono avvantaggiati atleti molto forti fisicamente o molto bravi tecnicamente, oppure entrambi.
Colazingari è sicuramente uno che, come Ceccon, Ivaldi e Micozzi, ha tutte e due queste doti e le ha sicuramente messe a frutto in una finale vincente.
Ottimo il risultato di Flavio Micozzi che dopo una stagione in sordina, passata a modificare la sua tecnica, è tornato a fare segnare tempi di tutto rispetto così come ha fatto sua sorella "Elenina" che dopo un anno passato a mettersi a posto una spalla senza mai farsi vedere in acqua è tornata balzando a piè pari sul gradino più alto del podio.
Piccola sottolineatura: dopo le prestazioni da podio delle terribili tre (Micozzi, Borghi e Bertoncelli), la giovane Cecilia Panato agguanta un bel 4° piazzamento raggiunto anche grazie alle velocità che riesce a sviluppare nei tratti più rettilinei del percorso; una dote non da poco.
Un paio di note tecniche o di semplici osservazioni che magari possono tornare utili a qualcuno, ovviamente del tutto personali.
La prima vale per tutti i C1.
Specie in acqua piatta, è controproducente contrarsi incassando la testa tra le spalle e affidando la propulsione ad un braccio mai o quasi mai disteso ed è parimenti dannoso non fare sì che le rotazioni siano sempre le più redditizie possibile.
Non è un caso se il primo classificato è chi ha rischiato un pelo di più nella parte finale e non è un caso se il non classificato terzo, solo per via di una penalità ,sia il piu scorrevole degli italici C1.
Continuo a chiedermi se Paolo non possa aprire un po' la sua già ottima tecnica a qualche "cattiveria" in più e se tutti quanti non possano utilizzare maggiormente il braccio alto contraendolo e distendendolo là dove sarebbe utile farlo: quasi ovunque.
La pagaiata di molti atleti/e è talmente contratta che gomito e polso risultano piegati già in fase di inserimento e questo non porta solo ad una perdita di efficienza-efficacia-velocità ma anche a futuri (o già presenti) danni fisici.
Uno dei più contratti è Mengoli, un ragazzone di cui ammiro buona parte della tecnica e la freddezza che dimostrò ai mondiali di Ivrea ma a cui paleso un consiglio: "allunga la pagaia almeno di un paio di dita".
E aggiungo: "distenditi nella pagaiata e nei movimenti".
Hai sicuramente molto margine di miglioramento.
L'altra "diversamente brava pagaiatrice" è Elena B.
Lei lo sa, Erik lo sa e io spero solo di vedere cose molto diverse l'anno prossimo perché mi piacerebbe tantissimo ritrovarla con regolarità nelle prime posizioni delle gare internazionali.
Ovviamente stesso identico desidero anche verso Marta ed Elenina e se facesse il necessario salto, anche per Cecilia!
La Panatina ha già forza e velocità, se migliorasse l'abilità nelle rotazioni e nella navigazione in acqua mossa sarebbe una quarta freccia da non sottovalutare.
Marta è quella di cui preferisco le linee e la fluidità dell'azione, spesso molto precisa ed efficace è la più efficiente nell'uso della canoa ma ogni tanto le manca quel guizzo in più che invece hanno le due Elena.
La Micozzi ha un rapporto peso potenza che non credo sia appannaggio di altre atlete azzurre (eccezione fatta per Horn) e che balza agli occhi ogni volta che ficca la pala in acqua.
Con un affinamento della tecnica in acqua mossa ed un miglioramento nella resa nelle rotazioni sarebbe anche lei un pericolo costante per le più forti del circo internazionale.
Piccolo cenno per l'arancione Martino: non chiuderti su tecniche non tue, allungati, scorri, scivola e fai rendere la canoa ancora più di quanto tu non faccia ora.
Non ho voglia di parlare dei K1 anche se sono doverosi i complimenti ai due campioni italiani di categoria, Horn e Ivaldi (finalmente! :-) ) e alle due rispettive sorprese in classifica: Malaguti e Ferrazzi.
Chiudo con un cenno ai C2:
che tristezza vedere questa prestigiosa categoria arrancare tra le paline come una bestia rimbambita.
Speriamo sia solo un'angosciante parentesi prima del riscatto o di un misericordioso colpo alla nuca.
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