Tacen è un canale particolarmente interessante perché offre varie condizioni acquatiche:
si va dalle zone con grandi, veloci ed ondosi volumi a zone molto più tranquille ma rigorosamente irregolari per quanto riguarda la direzione e la velocità delle correnti, qui solo una gran dose di fortuna o una mente particolarmente vigile può condurre ad una traiettoria vincente.
Kauzer è un mago nello scegliere le soluzioni più adatte in queste condizioni ed anche nella presente edizione ha fatto vedere di che magie sia capace.
Ottimo secondo De Gennaro artefice di una prestazione impeccabile.
Nell'ormai frizzante situazione degli italici inseguitori continua a spiccare il giovane Ferrazzi che a differenza di altri non pare risentire particolarmente di ansia da prestazione ed in finale mette a segno una bella manche dalla quale, a giudicare dalla sua espressione a fine gara, si sarebbe aspettato un migliore risultato.
Il nervosismo, dicevamo, è il Grande Male che colpisce spesso i finalisti, è quella voglia di strafare, di spaccare tutto, di dare il massimo, che poi, nella maggior parte delle volte, ti fa solo combinare guai.
Non si segue più l'acqua ma la fretta, non si pensa più alla canoa ma alla pagaia, in testa un solo imperativo: più forte!
Certo, alcune cose vengono eseguite in modo impressionante, ma la somma, il totale, la gara, quasi sempre non rispecchia neanche lontanamente le aspettative. Tanta fatica per nulla.
Invece chi riesce ad essere chirurgico, a sfruttare l'acqua, a mettere a segno ogni singolo colpo muovendosi a tempo col percorso, fa goal: oggi Marta ha fatto un goal che l'è valso l'oro nella C1W.
A Marta, cui devo delle scuse per aver scritto che a Solkan il miglior tempo di categoria è stato di Elena Borghi mentre invece è stato il suo, devo altresì riconoscere il merito di essere riuscita ad aumentare la sua velocità di base, un fattore che unito alle sue già buone traiettorie di gara la fa brillantemente ovviare alla non eccezionale potenza. Per il prossimo anno spero che lei, come molte altre azzurre, metta a punto una meccanica davvero efficiente.
Un po' meno precisa, tornando alla finale di Tacen, la forte Borghi che sicuramente ci farà vedere cose migliori nelle prossime gare.
Gesta sorprendenti le compie invece Elena Micozzi che nonostante non sia "la classe fatta persona" ha tanti di quei cavalli da riuscire comunque a sfornare buone prestazioni e ad accaparrarsi un bronzo su acque che non la aiutano molto.
La quarta italiana in finale, Carolina Massarenti, a mio modesto parere, potrebbe ottenere dei vantaggi se in generale sostituisse alcune forzate rotazioni sulla coda con altrettante facili rotazioni sulla pancia, in fondo la ragazza è un vero e proprio peso piuma; perché non sfruttare maggiormente questa sua peculiare caratteristica?
Tra i più forti C1M italiani abbiamo un bel quintetto costituito da maturi atleti e giovani in buona crescita. Al momento il più costante del gruppo è sicuramente l'estroso Raffy, mentre a Tacen è stato spiacevole vedere il forte Colazingari abbandonare in spirito la finale poco dopo le prime non perfettamente riuscite porte.
Altro dispiacere vedere il cumulo di "2" portato al traguardo da Ceccon in semifinale e il suo conseguente stop. Del carabiniere in "total black" colpiscono lo stile compatto e la precisione con cui tende a lavorare con canoa e pagaia, dall'anno scorso mi chiedo cosa riuscirebbe a fare se ampliasse i limiti di movimento di busto e spalle allungando di conseguenza il raggio di azione della sua pala ma, visto che pare non voler per nulla muoversi in questa direzione, comincio ad essere curioso di scoprire fino a dove lo potrà portare questo suo personalissimo e compatto stile.
Definirei costante il miglioramento del giovane Barzon che pare stia ritrovando quella scorrevolezza che tanto lo aveva premiato su queste acque, mirabili le scelte di eseguire validamente in retro alcune porte che quasi tutti gli altri mancini hanno eseguito dritte; un buon indice di personalità. Non benissimo in finale ma pur sempre una buona gara.
Il quinto C1 azzurro è Micozzi che dopo essersi un po' perso a causa degli ottimi investimenti fatti sotto il profilo tecnico, ora sta portando a casa i primi veri risultati.
Lui, purtroppo, in finale è stato colpito dal G.M. ed ha strafatto un po' di cose e cosette scendendo contratto, rigido, scattoso e regalando non solo l'oro ma l'intero podio alla concorrenza, però che il ragazzo stia trovando una buona via è palese.
Tanto per la cronaca, vince Bozic sul pentacerchiato Savsek che toccando una porta si prende un secondo invece di darne uno. Terzo il nostro estroso marinaio veronese.
Le donne in K1 sono un mondo in fermento ma l'unica vera freccia resta Stefanie Horn anche se questa non è certo stata la sua migliore gara.
Prossimo cruciale appuntamento: Ivrea.
Forza ragazzi!!!
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