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Tacen: semifinali e finali C1

Il percorso è più difficile di quello visto in qualifica e le vittime saranno parecchie, sia in semifinale che in finale.

Frau Lilik mette a segno un'ottima discesa che le farà vincere la manche. Pulita, precisa, veloce e senza sbavature sia in semi che in finale, la cinquantata di Jessica e le discese poco perfette delle avversarie le faranno vincere anche l'oro. A quasi 4 secondi, tornando alla semifinale, troviamo Marta Bertoncelli che nel suo personale crescendo riesce a fare una gara "onesta", se pesata in termini assoluti, "bella" se pesata soggettivamente. Terza Satila a qualche centesimo di distacco, fuori Elena borghi che nonostante un paio di giretti aggiuntivi ed una penalità arriva undicesima e prima delle escluse dalla finale. Elena quest'anno ha qualche cosa che non la fa essere precisa e sicura com'era l'anno scorso, è certamente un'ottima canoista ed è in grado di fare bene su qualunque percorso ma quest'anno pasticcia quasi ad ogni gara. Eppure ha, considerati gli intoppi, tempi notevoli. Suppongo che sia solo un pizzico di mancanza di fiducia, quel qualcosa che potrebbe farla scendere facendoci vedere quanto sia davvero brava. Il bel gusto di fare slalom l'ha invece ritrovato il ragazzone: Colazingari. Roby ci ha fatto vedere una cosa che in gara non si vedeva da un po': quanto bene sappia davvero andare in canoa. Niente chiusure e spirito negativo ma atteggiamento aperto, attento e combattivo. Credo che si sia davvero goduto la sua gara e che per una volta, in questa stagione, abbia finalmente liberato lo slalomista che è in lui ed abbia apprezzato gli aspetti positivi di questo bello scatenarsi. Ceccon zoppica un po', slalomisticamente parlando. Non vedo quello spirito felino che probabilmente gli farebbe risolvere le situazioni in cui ogni tanto si trova impigliato. Ho avuto varie perplessità osservando lo sviluppo del suo stile compatto e preciso basato su una ridotta mobilità del busto e sul lavoro della pagaia tendenzialmente relegata in una limitata zona centro-anteriore della canoa, ma poi ho cominciato a crederci perché in varie occasioni ho visto dei concreti margini di validità. Lo stile di Ceccon (a proposito, oggi lo speaker s'è scatenato: Ceccion, Checcion, Chescion ...) fa condurre le sue strette e veloci canoe in modo simile a quello che usano Tasiadis e Martikan con canoe similissime se non identiche, ma mentre il secondo non sbagliava quasi mai, il primo recupera i pochi errori con accelerazioni bestiali o manovre incredibili. Quindi, Paolo, vedi tu come far crescere ancora questa tua tecnica, perché così com'è non pare basti a farti eccellere come potresti. Poche parole per Raffy: è stato un vero dispiacere vederlo sbagliare alla 10. In questo momento è il canadesista più forte che abbiamo e vorrei vederlo salire su quel podio di Coppa del Mondo che ha sfiorato a Praga. Next time. Quindi arriviamo alle finali con Bertoncelli, penultima a partire (wow!) e Colazingari terzo al cancelletto, che in realtà non c'è perché sostituito dalla fotocellula piazzata all'altezza della paratia che sta sopra il pallone subacqueo con cui si regola l'acqua all'ingresso del canale. Quel sistema col pallone è stato installato nel 1991 in occasione dei Campionati del Mondo. Gli allora yugoslavi millantavano "esigenze tecniche volte al collaudo del sistema" mentre si impegnavano a fondo nel variare i livelli dell'acqua da "siccità" a "tempesta perfetta" e viceversa durante tutti i periodi di allenamento al di fuori di quello degli atleti di casa. Veniamo ad oggi. Marta parte decisa ma i problemi iniziano al traghetto 4-5 perché l'onda è quasi assente e la decisa velocità verso valle le fa perdere quel poco di cresta disponibile, le toccherà farsi un giretto verso la riva destra per recuperare l'onda e raggiungere la 5. Per bilanciare il giretto a destra se ne fa uno sotto riva a sinistra tra la 9 e la 10, poi, suppongo perché finalmente saziate le sue curiosità turistiche, giunge al traguardo senza altre deviazioni. Non so quanto abbia contato la voglia di fare la garona tirando a tutta, però pare che, al momento, quella della semifinale sia LA velocità da mantenere. Su quella sarebbe forse il caso di cerca di limare il limabile, senza distruggere un buon canovaccio. Il trend è comunque positivo; un ottavo piazzamento e la permanenza nella top ten in classifica di Coppa non sono mica cosa da poco. Sono certo che vedremo ancora tante belle cose targate "M.B.". Tocca a Colazingari. Il carabinierone dagli occhi azzurri viene giù bene dal salto, passa nella 2 in debordè con la canoa che corre velocissima e schizza sopra il rullo a monte della 4 in modo eccellente, aggancione per prendere l'onda e veloce traghetto-surf. Non particolarmente fortunato con le correnti tra le dritte sfasate, arriva alla combinazione 9-10-11 e si sbilancia gravissimamente appena dopo la 10. E qui salta fuori la tigre. Non accenna nemmeno ad un (inutile) tentativo di salvataggio; si butta indietro sulla coda e fa un eskimo talmente fulmineo che avrebbe fatto arrotondare per lo stupore gli occhi di qualunque spettatore giapponese. Per un attimo i miei sono diventati a mandorla verticale ... Si butta nella 11, la infila e riprende il percorso come nulla fosse, anzi, attaccando di brutto. Chiude con un ultimo brivido alla 23 nella quale passa quasi in candela perché uscito troppo lungo dalla 22 superata dritta a riva. Nonostante le perdite di tempo e i "contrattempi subacquei" arriva settimo e senza neanche una penalità. Davvero una gara entusiasmante! Ben tornato, ragazzone! Domani toccherà a "quelli seduti". Forza ragazzi!

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